Trieste, in quanto porto principale dell’Impero Austro-Ungarico sino al 1918, è stata una delle città più importanti per la letteratura italiana del ‘900. Liberata alla fine della Prima guerra mondiale, in città abitarono e vissero diversi scrittori importanti, sia di poesia che di prosa.
Statua di Italo Svevo
(Piazza Attilio Hortis, 1)
Italo Svevo nasce a Trieste il 19 dicembre 1861 in una famiglia della borghesia ebraica. I suoi studi lo conducono ad un impiego nella filiale triestina della viennese Banca Union.
La sua passione per la letteratura lo porta invece ad un’inesausta produzione di testi narrativi e teatrali e ad una assidua frequentazione dei circoli artistici e delle redazioni giornalistiche della città.
All’epoca di Italo Svevo, Trieste faceva ancora parte dell’Impero Austro-Ungarico ed era una città aperta a culture ed etnie diverse. Su di lui, seppur italiano d’origine, influì in particolar modo la cultura tedesca e mitteleuropea.
Statua di Umberto Saba
(Via Dante Alighieri)
La città di Trieste è un luogo particolare e unico per il poeta Umberto Saba, non solo in quanto città natale, ma soprattutto per gli spunti storici e culturali che lo ispirarono.
Nella vita di Saba la città è un ambiente fondamentale e positivo per la sua letteratura, poiché lontana dalle metropoli caotiche degli intellettuali contemporanei.
Nel Canzoniere, infatti, celebre raccolta poetica che descrive le varie fasi della vita dell’autore, la città stessa si fa protagonista delle avventure del poeta.
Statua di Gabriele d’Annunzio
Piazza della Borsa
Gabriele d’Annunzio è stato un interprete del sentimento nazionale, nonché fautore dell’intervento in guerra contro l’Impero Austro-Ungarico, mirando al compimento del Risorgimento e al completamento dell’unità nazionale.
Il 24 luglio del 1915, due mesi esatti dalla dichiarazione di guerra, D’Annunzio lanciò questo messaggio ai triestini: “Coraggio Fratelli! Coraggio e costanza! Combattiamo per liberarvi. Conquistiamo terreno ogni giorno: fra breve tutto il Carso sarà espugnato. Abbiamo la certezza della vittoria. Coraggio e costanza! La fine del vostro martirio è prossima. È prossimo il giorno della grande allegrezza.” Da quel giorno il poeta comincerà una serie di raid aerei volti a sollevare il morale dei triestini.
Statua di James Joyce
(Via Roma, 16)
Museo di James Joyce
(Via della Madonna del Mare, 13)
Volontariamente esule dall’Irlanda, Joyce arriva a Trieste nel 1904 per rimanervi, seppur con qualche interruzione, fino al 1920.
Per gran parte del periodo triestino si dedica all’insegnamento della lingua inglese, offrendo parallelamente lezioni private.
A Trieste si dedica alla sua attività di scrittore: termina Gente di Dublino, scrive il dramma teatrale Esuli e comincia l’Ulisse.
Trieste eserciterà un’influenza importante sulla sua vita di scrittore: la città e gli abitanti che la popolano si ritroveranno spesso nelle sue opere, soprattutto nell’Ulisse.
La città celebra annualmente il 16 giugno il Bloomsday, giornata internazionale dedicata all’autore.